martedì 31 marzo 2009

Blog compleanno e ultime news... meno tragiche!

E’ passata una settimana dall’ultima volta che ho scritto, e ovviamente non mi ricordo più un sacco di cose che volevo raccontare… Cercherò di riassumere le notizie meno recenti per meglio narrare quelle fresche, visto che, una volta tanto, non sono disgrazie… Ce ne siamo andate a scuola cercando di dimenticare i laghetti sparsi per la casa e il freddo glaciale che ci avrebbe accolte una volta tornate, siamo andate a fare spese per la casa a Taidong, e quasi arrivate a casa, visto che eravamo cariche come mule, abbiamo deciso di passare per una scorciatoia, un cancelletto sempre aperto dietro casa. Ovviamente, visto che avevamo deciso di passare di lì, vuoi che non fosse chiuso? Abbiamo lanciato tutte le borse e abbiamo scavalcato. A casa abbiamo aspettato di nuovo il tecnico del riscaldamento…
La prima volta era venuto un uomo, da solo. La seconda volta si era portato dietro il figlio 21enne, questa terza volta è venuto solo il figlio. Ha pasticciato un po’ con le manopole, poi ha visto che in camera di Ale il tubo era caduto da muro, e così l’acqua non poteva certo scorrere in salita e raggiungere le altre camere (qui le tubature sono tutte belle in vista…), allora cos’ha fatto il nostro eroe? Si è fatto prestare il nostro nastro biadesivo che avevamo usato per foderare gli armadi e l’ha ‘fissato’ lì con quello. Mmmmmmmmhhhhh!!! Non fatemi direte!!! (ovviamente 8 minuti dopo che se n’è andato il nastro ha ceduto e il tubo era di nuovo in pendenza, così, per evitare che le camere si raffreddassero nuovamente, abbiamo sacrificato una delle nostre due tazze, e abbiamo risolto così:)





Il tecnico è stato gentile, ci ha detto di chiamarlo tranquillamente se avessimo avuto ancora bisogno, e ci ha dato il numero e il nome (Kang Kang). Alla nostra replica “Ma è la padrona che ti deve chiamare, così paga lei”, ha risposto che non avremmo dovuto pagare. Ah beh, in questo caso… Comunque, speravamo di non aver più bisogno!
Martedì è stato il nostro primo giorno di ‘lezione’. Eravamo agitatissime!
Ci siamo lasciate con un ‘in bocca al lupo’ alle 13,30, e io sono entrata in classe. I miei studenti hanno tutti dai 19 ai 23 anni, anche se quanto a maturità direi che non superano i 18. Il loro livello di inglese è abbastanza basso, e sono piuttosto restii a parlare. In compenso, non sono affatto timidi per quanto riguarda il prendersi certe confidenze, visto che hanno passato le due ore a farmi fotografie, filmini e a farmi complimenti! Ma dico io, siamo a scuola!! O no? E io che pensavo che nelle scuole cinesi vigesse ancora la disciplina italiana degli anni ‘60!! Comunque, sono state due ore lunghissime!! Quando io sono l’allieva e facciamo lezione di speaking, mi scoccia sempre dover parlare, e gli argomenti di discussione non mi sembrano mai abbastanza interessanti, oppure lo sono ma non mi va di sbandierare a tutti i compagni i fattacci miei, quindi volevo evitare una situazione del genere, e rendere il tutto meno formale. Così ho fatto, ma, sarà perché l’inglese lo masticavano poco, sarà la timidezza della prima volta, ho praticamente parlato io la maggior parte del tempo. All’uscita un ragazzo mi ha chiesto di fare una foto insieme a lui, e tutti mi hanno detto che ci saremmo visti la prossima settimana, poi chissà se verranno davvero?
Ad Ale invece è toccata martedì una classe di soli 6 allievi, ma tutti più bravi, e tutti intenzionati ad andare all’estero a studiare, e mercoledì le è capitata una classe identica alla mia, ovvero piena di ragazzini il cui livello di inglese è decisamente basso.
Giovedì è stato il mio secondo giorno con alunni nuovi, e di nuovo ero agitatissima. La classe era di nuovo numerosa, ma stavolta si trattava di studenti e studentesse molto meglio preparati, che trascorreranno in America o in Gran Bretagna l’ultimo anno di università. La mia agitazione è cresciuta parecchio, visto che il mio livello di inglese non è certo quello di un’insegnante. Però loro erano molto più loquaci, non si son fatti pregare più di tanto e hanno chiacchierato abbastanza volentieri. Dopo la pausa qualcuno è andato via, e per fortuna tra questi c’era una ragazza che se fosse rimasta lì avrei preso probabilmente a schiaffi, visto che ha passato l’ora sdraiata sulla sedia, masticando la sua gomma a bocca aperta, e facendo commenti a bassa voce su tutto ciò che dicevano i compagni. Già io ero agitata, lei mi innervosiva ancora di più. Dopo la pausa l’atmosfera si è rilassata, ci siamo messi tutti in fondo, sui banchi, e abbiamo chiacchierato come tra amici. Una ragazza, la più sveglia, Helen, è stata carinissima: mi ha detto che mi vedeva nervosa e che non dovevo esserlo, che loro mi consideravano una possibile amica e non un’insegnante, quindi avrebbero anche potuto aiutarmi col cinese. Mi ha detto che in me vedeva i suoi prossimi anni: da sola, all’estero, probabilmente a insegnare una lingua senza essere una vera insegnante, e che quindi mi capiva benissimo. Mi hanno raccontato la vita dei ragazzi cinse all’università: studio, studio e ancora studio. Generalmente studiano dal mattino alle 7 fino alle 22 di sera, poi c’è qualche eccezione che si sveglia alle 05,30 e fino alle 23 sta sui libri. Io ero pressoché sconvolta. Abbiamo davvero parlato tanto, confrontando due culture diverse; mi hanno detto come sono i loro dormitori (da 9 a 16 persone per appartamento, e gli appartamenti hanno 2 camere e 1 solo bagno, oppure il bagno è in corridoio), e com’è il loro rapporto coi genitori. Insomma… è passata più in fretta dell’altra volta, anche se questo lavoro non fa per me, perché non riesco a viverlo serenamente.
Giovedì sera siamo andate a comprare i baozi per cena, perché abbiamo trovato dei posti dove sono buonissimi!! Visto che la camera del dormi torio era ancora pagata, abbiamo deciso di sfruttarla fino all’ultimo, e siamo andate a mangiare lì. Poi siamo ri-uscite a comprare altre vivande, perché eravamo affamatissime e i bazi e i jiaozi erano così piccoli!! ;) Abbiamo preso dei panini piastrati con ripieno di doufu (il tofu, come lo chiamiamo noi) e verdure, e siamo ritornate nella nostra stanzetta. Qualcuno ha bussato alla porta, ed era il ragazzo russo. Si è fermato un po’ a chiacchierare con noi, ci ha detto che non aveva voglia di studiare e parlando parlando gli abbiamo detto che noi il giorno dopo avremmo tagliato i corsi per andare a fare shopping a Taidong senza la calca del weekend, e, visto che anche lui voleva andarci, è venuto spontaneo proporgli di venire con noi. Mentre tornavamo a casa ci è preso il panico perché noi sto qui lo conosciamo appena, non avevamo nessuna voglia di portarcelo dietro mentre provavamo i vestiti!! Poi figuriamoci, dopo 5 minuti si sarebbe stufato… che cosa gli era saltato in mente di unirsi?? Per fortuna la mattina dopo ci ha scritto che sarebbe andato nel pomeriggio, così tutte contente ci siamo avviate. E cosa scopriamo appena giunte a destinazione? Che il mattino…. Il mercato non c’è!!! Ma pooooooooooorca miseriaaaaaaaaaaa!!!! Accidenti che sfortuna!! Così, visto che ormai eravamo lì, abbiamo girato qualche grosso centro, e abbiamo comprato qualcosina, tra cui le scarpe. A Taidong è possibile contrattare su tutto, e noi ormai siamo diventate bravissime: abbiamo pagato le scarpe 60 anziché 90 yuan, e 70 anziché 125!! Tutte soddisfatte e orgogliose di noi ce ne stavamo tranquille a mangiare un gelato quando si avvicina un gruppo di ragazzi che voleva a tutti i costi tagliarci i capelli. “Niente da fare, i nostri capelli non si toccano” gli abbiamo detto. E dàlli, mica si arrendevano. Ci hanno seguite un bel po’ poi finalmente li abbiamo depistati.
Venerdì sera avevamo in programma di uscire col kazaco, che ci aveva parlato di un locale carino in cui facevano musica rock, così siamo tornate a casa, ci siamo preparate, e siamo andate al New York Club. Il posto ci è piaciuto molto!! La musica era ottima e il locale bello e non troppo fumoso. Non trovavamo Jean ed eravamo lì confuse a guardarci intorno quando un ragazzo cinese ci ha preso sotto la sua ala protettrice e ci ha aiutate a trovarlo, offrendoci pure da bere. Niente da dire, un ragazzo affascinante. Non bello, ma decisamente ci sapeva fare con la gente e le ragazze! Un cinese che non puzza di aglio, ben vestito e intraprendente è cosa altamente rara da queste parti, in più questo era pure carino quindi siamo state ben contente di farci dare il numero. Poi sono arrivati Jean e Timur, ed è cominciata la nostra prima vera serata.
E’ stata una serata davvero piacevole, lo devo dire, siamo stati lì, e abbiamo consociuto pure il console italiano, che è venuto a presentarsi e a darci il numero nel caso avessimo bisogno; poi siamo andati al Lebang, ma era vuoto, così ci siamo spostati al Jazz Club. Ogni volta prendevamo il taxi, pagavano tutto i ragazzi, ci aprivano le portiere e ci aiutavano pure a scendere, ma senza modi affettati o pretenziosi, semplicemente perché davvero l’ospite è sacro dalle loro parti. Eravamo tranquilli a bere la Birra Qingdao quando è nato un problema: una ragazza piangeva, diceva di essere stata picchiata da un tizio. Visto che entrambi i nostri amici la conoscevano, sono andati a parlarle. Poi sono iniziati i disordini: un ragazzo cinese che loro ci han detto che è mezzo matto e fa parte della mafia cinese, ha iniziato a minacciare che voleva trovare questo tale e ucciderlo. Noi non ci abbiamo neanche creduto, ma Timur in tutta fretta ci ha scortate fuori, quasi correndo, e ci ha detto che era necessario andarsene, perché lui conosce quel tipo, e due settimane prima aveva ucciso un ragazzo. Ommioddio!!!! Ma roba da non credere!!! Comunque, siamo andati a giocare a biliardo. Nel frattempo si sono fatte le 04,30, noi eravamo stanche e non volevamo passare a letto tutto il sabato mattina, così ci hanno accompagnate a casa.
Devo dire che in una serata abbiamo recuperato tutte le volte che non siamo uscite!!
Sabato avevamo in programma la cena italiana, e dopo la gentilezza dei ragazzi nei nostri confronti, ci tenevamo a fare bella figura. Abbiamo comprato le ultime cose, poi nel pomeriggio abbiamo iniziato a preparare (avendo un solo gas, siamo state costrette a fare le cose in anticipo). Il menù prevedeva ovviamente pasta al pomodoro (abbiamo trovato la Barilla ma costava troppo, così abbiamo ripiegato su spaghetti spagnoli, pelati sconosciuti e niente basilico né parmigiano), e poi, pensando che forse in Kazakisthan non mangiano carne di maiale, abbiamo pensato di fare un rotolo di frittata. Qui non c’è il prosciutto, così per il ripieno abbiamo optato per zucchini e sottilette.















Abbiamo preparato tutto, apparecchiato il tavolino in soggiorno, e sistemato i lenzuoli del dormitorio a mò di cuscini. Abbiamo fuso due culture diverse, visto che in Kazakisthan si mangia sempre per terra, sui tavoli ancora più bassi.
Gli invitati sono arrivati alle 20, hanno portato il vino (cinese, puah!) e il narghilè.
Per fortuna non avevamo preso la carne, perché davvero il kazaco non mangia il maiale! Fiùùùùùù!
La pasta era buona, ma loro non hanno proprio la cultura, continuavano a chiacchierare e hai voglia a dirgli che la pasta è buona calda!!! In più di sugo ce n’era un po’ poco rispetto alla pasta, e la nostra pentola era troppo piccola… Comunque, ce la siamo cavata, e la pasta è finita senza alcuna difficoltà.
Ma il pezzo forte è stato il rotolo! Mai più avremmo pensato che l’avrebbero gradito così tanto! Continuavano a fare il bis, il tris, finché li hanno finiti entrambi. Io non capisco, erano quasi freddi, tutti mezzi rotti, insomma, non erano granché, eppure… Bah, meglio così! Invece i cioccolatini che avevamo comprato non li hanno quasi guardati, così ce li siamo finiti tutti noi… Accidenti!
Poi la serata è andata benissimo: abbiamo fumato il narghilè, quello original, abbiamo scherzato, chiacchierato, ballato e fatto tantissime foto!!! Ci siamo proprio divertiti!! Unica nota negativa: il tanfo incredibile in bagno (la solita fogna che ovviamente avendo ospiti ha raggiunto i massimi livelli), e l’allagamento della cucina. E’ successo un pandemonio, ed è una settimana che compriamo giornali cinesi (tra cui quelli di economia e finanza che sono più spessi) per asciugare i pavimenti! Abbiamo giornali e acqua dappertutto. Jean ha dato un’occhiata e ci ha detto che nel tubo doveva essersi fermato del cibo, quindi l’acqua non riusciva a passare.
Alle 2 abbiamo salutato tutti perché noi la domenica dovevamo studiare per il dettato dei caratteri nuovi.
Insomma… Questa serata è stata preziosa, perché il rapporto si è fatto più saldo. Sabato prossimo vogliamo andare a scalare il Laoshan, vedere la città vecchia, e provare vari ristoranti (coreano, russo, giapponese, cinese, arabo)… Speriamo faccia bel tempo, visto che oggi ha piovuto tutto il giorno. Qui la primavera non è ancora arrivata, fa freddo e c’è sempre un vento gelido. Il 4,5 e 6 aprile sarà vecanza per il Qing ming, una festività cinese ( mi devo informare, questa mi mancava), e dicono che dopo diventerà sempre più caldo. Speriamo! Persino Ale che odia il caldo e ama il freddo polare si è stancata di tutto sto gelo!
Domenica eravamo nel letto e ha telefonato la padrona, e dopo 10 minuti si è presentata a casa col figlioletto. Noi eravamo ancora in pigiama (erano le 9 del mattino cribbio!), ma visto che stava per venire con un altro tecnico per la cucina, siamo saltate su sperando di risolvere almeno il problema più grosso. Il tizio ha sistemato la cucina e pure la doccia (si allagava pure quella), poi la padrona ha visto il termosifone di Ale che perdeva e ha chiamato il tecnico del riscaldamento. Noooooooooooooooo Kang Kang nooooooooooooooooo!!!!!! E’ tutta la settimana che Kang Kang, il tecnico figlio, ci assilla, mandandoci sms ogni ora. Domenica quando ho acceso il cellulare ho trovato una sua chiamata delle 06.23. Insomma… è una persecuzione!! Assillante al massimo! Eravamo riuscite con una scusa a evitare di incontrarci come gli avevamo detto, e invece domenica pomeriggio si è presentato tutto bello contento, non ha fatto una mazza, se non chiacchierare tranquillo con noi, sempre più a suo agio. Ha impuzzolentito di colla tutta la camera di Ale, ha riusato il dentifricio per tappare il buco, e ci ha fatto diecimila foto. Ma si può??? Continuava a dirci che siamo belle, e io e lei a sganasciarci dal ridere, visto che sembravamo due profughe. Comunque… Visto che ormai era lì, e non aveva niente da fare se non farci perdere tempo, ci siamo fatte fare i compiti… Tanto a lui non costa niente, no??
Stamattina il dettato è andato benone, siamo riuscite ancora a sfruttare la connessione del dormitorio (abbiamo fatto il check out ieri, ma la fuwuhuan è talmente rimbambita che oggi manco si è accorta che sotto i cappucci delle giacche c’eravamo noi che ci introducevamo di soppiatto), poi pomeriggio di studio. Domani vedremo quanti studenti si presenteranno alla seconda lezione… Non siamo entusiaste di questo lavoro, quasi quasi speriamo che dopo il periodo di prova ci lascino a casa, per trovarci qualcos’altro, magari con dei bambini. Sperando che la casa non ci dia nuovi problemi, appena smette questo gelo vorremmo andare per le scuole a chiedere.
Ragazze, oggi è anche una giornata importante per me: è il mio blog-compleanno!!! Quante cose sono cambiate da un anno fa! Dalle persone ai luoghi della mia vita, alle mie passioni, alle mie amicizie… Anzi direi che quest’anno per le amicizie è stato importantissimo, visto che ne sono sbocciate alcune che credo mi porterò avanti per tutta la vita. Mi sono laureata, ora sono in Cina… I miei buoni propositi per l’anno nuovo si stanno realizzando: sono Dottoressa, ho imparato a usare la lavatrice (persino quella cinese, wé!), non mi mangio più le unghie, sono in Cina e… ok, spero che il mio cinese migliori in questi sei mesi, anche se per ora non posso ancora dirmi contenta.
Avrei tanto voluto fare un dolcino per il mio blog, credo se lo meriti proprio visto che si è sorbito tutti i miei sfoghi e i miei pensieri, ma come sapete qui manca tutto… E’ una vera tortura!! Il ragazzo di Ale ci ha spedito la crema Novi e gli amaretti, e avevo deciso di festeggiare così, ma il pacco non è ancora arrivato… Siamo terrorizzate all’idea che la crema Novi vada persa! Quindi non potrò festeggiare con una dolce LLL. Se qualcuna di voi per caso oggi sfornasse qualcosa di buono, che ne direste di regalarmene un pezzettino? Non per me eh, per il blog!!! ;);););P
Un bacio grande a tutte quante (vorrà dire che sono in debito di una torta… recupererò… non temete!!)!!

(per le foto della cena aspettate un pochino perche devo scappare a lezione adesso!! Si si e vero, sono di nuovo entrata a sgamo nel dormitorio, ma oggi e il mio blog compleanno!!! Insomma, era per una buona causa!! O no???)

martedì 24 marzo 2009

Quando la "fine" sembra non arrivare mai...

Mi sono svegliata alle 06,30, un po’ per il freddo, un po’ per il vento, e un po’ per il mal di testa. La mia camera è a sud-est, quindi la mattina, se mi metto sulla sponda sinistra del letto, posso farmi baciare dal sole. Stamattina sembrava di essere nel bel mezzo di un uragano: un vento così forte forse non l’avevo mai sentito. Avevo quasi timore ad alzarmi dal letto, me ne son stata raggomitolata al calduccio il più possibile, poi appena ho sentito dei movimenti in camera di Ale, sono uscita dal mio giaciglio accogliente. Che bello! Ci siamo dette, riferendoci ovviamente alle camere, ai lettoni, alla luminosità di tutta la casa. Però, che freddo! Abbiamo fatto colazione nella nostra casa, scaldando la roba sul fuoco e non sulla piastra elettrica delle fuwuyuan. Il programma di oggi prevedeva ultime pulizie, poi uscita a Taidong (il mercato dove si trova di tutto a prezzi stracciati), per procurarci cuscini (per adesso abbiamo preso ‘in prestito’ quelli del dormitorio), lenzuola di cambio, una padella, stracci, spugne (quelli che avevamo comprato erano ridotti così male dopo i primi lavaggi che li abbiamo dovuti buttar via), una ciabatta, e altre cose per la casa. Ma l’idea di uscire con un tale vento ci ha fatte desistere, anche perché non eravamo sicure che avrebbero tenuto ugualmente il mercato. Abbiamo pulito fino a mezzogiorno incessantemente, dopo eravamo fradice e stanchissime. Anche un po’ tristi visto che nel bagno si risentiva un pochino di odore di fogna… i cinesi lavorano veramente male!!
Ho cucinato orzo e riso venere, e abbiamo riempito i nostri pancini vuoti e provati da ore di pulizie. Poi abbiamo deciso di sperimentare la lavatrice. Quelle del dormitorio sono molto semplici da usare: non hanno programmi né gradi, quindi non è molto difficile. So che tra i miei propositi per l’anno nuovo c’era anche ‘imparare a usare la lavatrice’, ma sarò onesta e non farò valere le lavatrici pacche delle fuwuyuan. Quella della casa invece ricorda molto più le nostre, coi programmi, i gradi e tutto. Abbiamo deciso di sperimentare lavando gli stracci e due tappeti che abbiamo trovato, così che se avessimo combinato disastri, non ce ne sarebbe importato molto. E’ stato abbastanza un gioco d’azzardo, perché non capivamo certi caratteri. Così l’abbiamo fatta partire… Il rumore era quello giusto, ma non c’era ombra di acqua nell’oblò. Mah? Abbiamo pacioccato un pochino, e improvvisamente ha iniziato a scendere un sacco di acqua… l’oblò si riempiva sempre di più, mentre saliva anche la nostra angoscia… Oddio che abbiamo fatto??? Per fortuna che mi ero accorta che c’era il tubo da mettere nella doccia, perché all’improvviso ne è uscito un tale fiume d’acqua, da arrivare fin quasi al bordo del box, e ci siam prese una paura!! “Ma non avevi detto che sarebbe uscito solo un rivolo???” ho chiesto ad Alessia. “Ma che ne so, da mia nonna succede così!” mi ha risposto. Dopo manco due minuti di lavaggio, la lavatrice ha cominciato a centrifugare. Ah beh, bella pulizia!! Poi ho voltato la testa e ho detto ad Ale che filmava il funzionamento della lavatrice cinese: ”Oddio Ale, non ti voltare…”. C’era acqua dappertutto!! Usciva da sotto la doccia, si allargava sul pavimento appena pulito… In pratica tutto il fiume uscito dal tubo era diventato un lago lì per terra. Siamo rimaste inebetite a guardare, poi basta, ho detto che dovevo uscire. Abbiam lasciato tutto così e ci siamo preparate per andare in dormitorio per le ultime cosucce da prendere, andare all’Internet e al mercatino a fare la spesa. All’Internet troviamo il ragazzo russo, che ci dice che ieri sera è venuto a bussare alla nostra porta ma non rispondeva nessuno… Ovviamente, è venuto subito dopo che noi eravamo andate via, dopo che eravamo state in giro a cercarlo per non so quanto. E va beh!
Eravamo tranquille a studiare nella nostra camera quando ci chiama l’agenzia per dirci che il tecnico è davanti a casa, e noi non ci siamo. Accidenti!! Era oggi che doveva venire, non ieri! Mandiamo a monte la spesa e i compiti e ci precipitiamo a casa… Fuori dalla porta aspettavano due tecnici. Ci siamo scusate e siamo entrati tutti.
Io dico, siamo state brave: dopo due giorni che puliamo senza interruzione, vedere quattro piedoni camminare per tutta la casa lasciando orme ovunque avrebbe sconfitto chiunque. Noi l’abbiamo presa con filosofia, facendoci battutine tutto il tempo, approfittando del fatto che loro non capivano. Oh, non hanno saltato una stanza eh!! Dovevano andare solo in bagno e nell’ingresso, e invece hanno zampettato da tutte le parti! Il bagno era ancora allagato da prima, e ovviamente loro ci hanno ben bene pucciato i piedi dentro, per poi andarseli a pulire dove invece era ancora asciutto. Avevano portato un termosifone nuovo (si fa per dire… era meglio l’altro, questo è tutto giallino) da montare nell’ingresso al posto di quello che perde, ma anche in camera di Ale il termosifone perde, così abbiamo chiesto se non potevano montarlo lì. E loro, sapete cosa hanno fatto?? E questa l’abbiamo fotografata, per raccontarla ai posteri: ci hanno messo un sacco per farsi capire, poi hanno preso il dentifricio, e l’hanno usato per tappare il buco sul termosifone!!!!



Noi eravamo paralizzate dallo stupore, lì imbambolate a guardare e a dirci ‘Noooooooo… non ci credo!!! La macchina fotografica!!’. Ma non era finita. Per sostituire il termosifone hanno dovuto spegnere il riscaldamento, e far colare tutta l’acqua all’interno di una bacinella. Non sto a dirvi l’acqua che è uscita andando mica nella bacinella, ma per terra. Poi, all’improvviso, il ragazzo svita un coso, spruzza una fontana d’acqua dappertutto e lui, non una nonchalance degna di nota, si gira verso il padre e dice “Weishenme hai you shui?” (=perché c’è ancora acqua?). Ah caro mio, se non lo sai tu!! Io ero tutta impegnata a guardare la pozza che inesorabilmente si allargava per terra… Ovviamente poi loro ci hanno messo i piedi sopra miliardi di volte, giusto per portare l’acqua ovunque. Alessia ha pure provato a mettergli lo scottex sotto i piedi (questa mi ha fatto troppo ridere), ma loro manco se ne sono accorti, e quando han visto che avevano della carta che pendeva dalle scarpe si son messi ad agitare i piedi per liberarsene!!! Ahahah!! Il tecnico era in vena di chiacchiere, ci ha chiesto un sacco di cose sull’Italia, e ci ha raccontato che il ragazzo era il suo figlio più piccolo, e che ne aveva altri due (ma la politica del figlio unico dov’è finita? Avrei tanto voluto chiederglielo ma i cinesi sono molto sensibili a questi argomenti, quindi ho preferito tacere). Poi c’’è stato il riempimento della latta: In pratica qui il riscaldamento funziona così: c’è un contenitore di latta in alto sopra la caldaia, e bisogna riempirlo d’acqua fino a un certo punto. Per arrivarci il ragazzo cinese è dovuto salire su uno gabellino messo sopra una sedia, mentre Alessia gli portava avanti e indietro bottiglie d’acqua. Finito tutto, erano ormai le sette passate, noi avevamo famissima, e dovevamo ancora fare la spesa, tornare a casa, cucinare… Bon, abbiamo optato di nuovo per i banchetti abusivi in cui mangi con 1 yuan, e rimandato la spesa a domani. Abbiamo mangiato nella nostra camera del dormitorio (fino al 27 possiamo usarla perché abbiamo pagato), poi siamo scese e abbiamo trovato il ragazzo kazaco. Anche lui ci aveva cercate ieri sera! Così ci siamo scambiati i numeri e lo abbiamo invitato insieme a un suo amico per una cena italiana nella casa nuova! Dobbiamo darci dentro con le public relations, perché siamo in ritardassimo!!! Con tutte queste beghe, non abbiamo potuto manco accorgerci di chi viva nel nostro stesso dormitorio. Lui era tutto contento, ha detto che porterà il vino, anche se quello cinese non è buono, e ci siamo lasciati. Stavamo per uscire e andare a casa quando abbiamo incontrato di nuovo il ragazzo russo insieme a un amico, con due racchette da pingpong in mano. Ma nel dormitorio c’è un pingpong?? Così ci hanno invitate a giocare. Dopo aver dato prova della nostra incapacità, abbiamo guardato loro giocare, chiacchierando, senza pensare a cosa ci aspettava tornate a casa. Parlando parlando, è venuto fuori che quando cucinavamo nel bagno, si sentiva l’odore per tutto il corridoio!! Ahahahhahha!! Siamo state fortunate, allora… Pensa se ci avessero sentite le fuwuyuan!! Così abbiamo raccontato le nostre imprese culinarie di nascosto… Ci hanno detto che l’odore era buono. Ma se abbiamo cucinato sempre riso e verdure bollite, che odore avran sentito? Mah! Comunque abbiamo invitato pure loro alla cena italiana. Poi ce ne siamo andate a casa.
Bon, con un ultimo sforzo abbiamo ripassato tutti i pavimenti, per non doverlo fare domani. I compiti li abbiamo bellamente saltati, anche se erano quelli di jingdu, la cui insegnante ci ha detto che studiamo tanto e siamo brave… Giusto per confermare la sua opinione! Non vogliamo vedere uno spazzolone per una settimana almeno!! Domani salteremo xiezuo (scrittura), perché in quelle ore faremo la lavatrice al dormitorio, poi dopo pranzo andremo a Taidong a comprare, e poi in teoria dovremmo iniziare gli allenamenti… In pratica, evitiamo di programmare troppo, visto che ogni cosa, alla fine, non va mai come l’avremmo pensata. Ma vediamo tutto con più positività, ora che abbiamo cominciato a conoscere gente! Dobbiamo recuperare il tempo perduto, e non vogliamo certo perderne altro dietro ai pavimenti.

Ps. NOTA DEL GIORNO LUNEDì 23: Svegliate dopo una dormita colossale, tiro fuori un braccio da sotto i due piumoni (di cui uno del dormitorio), e lancio un urlo: che freddo fa??? Con coraggio, veniamo fuori dalle coperte… Il nostro buongiorno? Riscaldamento non funzionante e nuovamente piscina in bagno. Passo e chiudo.


domenica 22 marzo 2009

Due italiane in Cina: le ultime (dis)avventure

La dieta è cominciata, ferrea, difficile ed ostinata. Ma noi non ci lasciamo vincere dalle tentazioni, e proseguiamo senza indugi… Sì va beh… ci piacerebbe!!! No in realtà è piuttosto dura… non ci sentiamo abbastanza motivate, anche se poi quando ci guardiamo allo specchio promettiamo che non sgarreremo più.
Anyway, fossero questi i problemi maggiori! Almeno la dieta dipende esclusivamente dalla nostra volontà, non come tutte le sfighe cinesi che sembrano non finire mai e che chissà chi ce le manda…
Domenica, mentre ancora barcollavamo dall’abbuffata del mattino, appena siamo state in grado di muoverci siamo andate a fare due passi per il campus: non l’avevamo ancora girato tutto, e volevamo scoprire se c’era un campetto sportivo per allenarci. Per la strada ci siamo imbattute in un edificio scolastico, e ci siamo fermate a leggere la scritta. Proprio in quel momento si è fermato un macchinone, ne è sceso un cinese grassissimo, e ci ha chiesto in inglese che cosa stavamo cercando. Parlotta parlotta, ne abbiamo subito approfittato per dirgli che stavamo cercando un lavoretto, possibilmente come insegnanti di italiano/inglese (qui gli insegnanti prendono uno stipendio da occidentale in un Paese in cui si vive con moooolto meno), nel caso sentisse di qualche scuola che ne avesse bisogno. Lui ci ha detto che nella sua scuola (appunto l’edificio che stavamo guardando) insegnavano inglese, ma cercavano insegnanti di madrelingua; tuttavia potevamo andare nel suo ufficio a conoscere il suo staff, per vedere se potevano trovarci qualcosa. Tutte speranzose ce ne siamo tornate in camera, e poi preparate per la nostra ultima cena (quella descritta nel post precedente).
Lunedì abbiamo pagato la casa, in ritardo di due giorni (il contratto partiva dal 14, ma per i vari motivi che sapete non abbiamo potuto trasferirci in tempo), poi nel pomeriggio siamo andate nell’ufficio del tizio. Il suo staff era composto da una sola donna cinese che parlava inglese, che ci ha osservate al microscopio per un tempo interminabile. Ci ha detto che cercavano insegnanti di madrelingua, che noi abbiamo l’accento italiano e lei aveva paura che potessimo influenzare gli studenti. Poi alcuni di loro erano già stati a studiare in America e in Scozia, quindi il livello è molto alto. Per la serie: non andate bene, dove cacchio credete di andare? Noi non aspiravamo certo a un incarico nell’Università, ma sto tipo insisteva a dire che aveva apprezzato il nostro spirito d’iniziativa e la nostra buona volontà e desiderio di metterci in gioco, che anche sua figlia sta studiando negli USA, insomma… ci ha prese in simpatia, e tanto ha detto e tanto ha fatto, che è sceso a compromessi con la donna, che alla fine ha dovuto capitolare, anche perché lui è il capo quindi l’ultima parola è la sua. Ci ha offerto di lavorare in Università non proprio come insegnanti, ma come… boh non so come definirlo… In pratica, faremo 4 ore a testa a settimana, separatamente, ore non obbligatorie per gli studenti, in cui dovremo farli parlare. Lezione di speaking, praticamente. Saremo in prova un mese, e vedremo se gli studenti verranno, se lo troveranno utile, o se invece si lamenteranno o non verranno proprio. In base al loro giudizio, quindi, procederemo. La paga non è altissima rispetto a quel che prendono degli insegnanti, ma non è male, e ci permetterebbe di pagarci le spese. Per di più, l’università è all’interno del nostro stesso campus, quindi risparmieremmo in tempo e trasporti. Non sarebbe malaccio, se ci sentissimo all’altezza… Ma Ale non è convinta, sebbene il suo inglese sia ottimo e abbia già lavorato come assistente a un’insegnante in Finlandia; e a me viene da ridere anche solo a pensarci, visto che ho una pronuncia inglese orribile. Ma ci siamo trovate impantanate in questa situazione, e cosa potevamo fare? Abbiamo pensato di parlarne tra noi, mentre aspettavamo l’incontro per ulteriori chiarimenti.
Martedì è venuto un tecnico nella casa nuova, chiamato dalla padrona ad aggiustare il riscaldamento… e una l’abbiamo risolta. Mercoledì invece è venuto un altro tizio ad aggiustare il gabinetto… siamo sfortunate coi gabinetti!! Questi tecnici cinesi lasciano un po’ perplessi… il primo si è presentato a mani nude, e ha solo pacioccato le manopole qua e là… fatto sta che poi tutto funzionava. Il secondo è venuto con uno “spara-silicone” avvolto in un foglio di giornale… ha sistemato il gabinetto, il lavandino (non sapete che puzza c’era in quel bagno… immaginate: tutto il gabinetto si alzava dal pavimento!!), poi già che c’era ha siliconato pure il lavandino e il rubinetto della cucina. Non era il metodo di risoluzione problemi che avrebbe adottato un tecnico italiano, ma qui non si può pretendere, perciò ringraziamo già che sia venuto. Da lunedì mi ha ripreso il male al ginocchio, stavolta il sinistro: troppe posizioni proibitive per me in questi giorni, dal bidè nella bacinella al pulire il box doccia ai milioni di scale salite e scese. Mi è venuto talmente male che non riuscivo manco a fare le scale normalmente, dovevo mettermi a fare dei piccoli saltelli ridicoli, e in dormitorio siamo al secondo piano, e va ancora bene, anche perché c’è l’ascensore, ma le lezioni sono al 4° piano, e la casa nuova al 3°, quindi è stato un suicidio!
Sempre mercoledì siamo andate a incontrare la donna dello staff. E’ palese che ci odia, non ci ha minimamente considerate e quando si rivolge a noi si capisce chiaramente cosa pensa. Noi ci sentiamo molto a disagio con questo suo atteggiamento, e non siamo molto convinte. Ma lei ci ha già presentato il contratto pronto da firmare, ci ha chiarito tutti i dubbi, quindi lo abbiamo firmato… Ci ha mostrato le classi e ce ne siamo andate, tutt’altro che gioiose… Secondo noi lei stessa ci saboterà: non dirà a nessuno studente di queste lezioni, così che nessuno verrà e potrà interrompere il contratto. Ci spiace anche non lavorare insieme, anche se almeno possiamo fare le stesse lezioni visto che abbiamo gruppi diversi, ma forse sarà la volta buona che sarò costretta a cavarmela in inglese e cinese senza che Ale mi risolva sempre tutto. Cominciamo martedì.
Giovedì, tutte bene informate da una compagna inglese che l’ha già fatto, ci siamo mosse per il permesso di soggiorno: siamo andate in ospedale a ritirare gli esiti dei nostri esami (anche lì, al momento di farli c’era stato da discutere per convincerli a non farci rifare gli esami del sangue, visto che le avevamo già fatte –e pagate- in Italia). Prendi i vari bus, cammina cammina, entra, chiedi, vai a quello sportello, spostati nell’altro, indovinate un po’? Ma ovvio, no? Ci voleva un modulo che noi non avevamo portato. Alessia era stanca, male al piede, provata, si è semi-accasciata davanti allo sportello e ha chiesto col più grande scazzo del mondo se non potevano fare in altro modo, perché eravamo già piene di problemi, quindi di altri non ce n’era proprio bisogno. Alessia è piccolina come me, sembra innocua, poi però quando si stufa si stufa: ha un modo di parlare che ti stende, hai paura a non assecondarla. E’ quello che devono aver provato le due infermiere, che ci hanno detto di scrivere una dichiarazione e ci hanno dato sti benedetti esami. E un’altra è andata.
Al ritorno, visto che ne abbiamo trovata una per strada, siamo passate dalla China Unicom, a chiedere di installare Internet in casa. Fatta una coda di mezz’ora, viene fuori che senza permesso di soggiorno, niente connessione. Vi risparmio i mille problemi di udito della ragazza, che continuava a ripeterci che non era possibile anche se noi avevamo cambiato domanda, comunque niente, tornate a casa stanche e scoglionatissime, visto che a nessuno era venuto in mente di dirci che senza permesso di soggiorno non potevamo avere la connessione. Tra tutte le beghe di queste settimane, sapendo che per il permesso di soggiorno avevamo tempo fino al 25, abbiamo dato la precedenza alla casa. Ma se avessimo saputo che ci giocavamo l’Internet, magari ci saremmo mosse prima. Invece, visto che la polizia a quanto dicono ci metterà 2 settimane a rilasciarci il permesso, fino a metà aprile non se ne parlerà, e allora cosa facciamo?? Non ha senso pagare un mese intero per usarla solo 15 giorni. Insomma… che barba!! E non avremo neanche più l’internet gratis e lentissimo del dormitorio, visto che non risiederemo più lì.
Venerdì con tutto il po’ po’ di documenti, andiamo nella pausa tra una lezione e l’altra nell’ufficio dei visti studenti. Prima passiamo a fare delle fotocopie, e mentre siamo nel gabbiotto della portinaia c’è una ragazza cinese molto frou frou (capelli arricciati e gonfissimi… più gonfi dei miei, il che è tutto dire…) che mi fissa, poi mi si avvicina e blatera qualcosa in cinese. Io capivo solo “Wo zai xun zhao piaoliang de nu er, ni hen piaoliang” (=sto cercando belle ragazze, tu sei bella), ma l’ho sbolognata dicendole di aspettare, visto che avevamo le braccia colme di fotocopie e fogli vari. Ma questa era un osso duro, ci ha seguite in ufficio e mi ha fatta parlare col professore, che mi ha parlato di foto e di soldi che avrei ricevuto se avessi accettato. Io non stavo capendo niente, volevo solo risolvere sta cosa del visto, ma poi ho visto fuori dalla porta altre due ragazze che conoscevo di vista, tedesche, perplesse quanto me, reclutate dalla stessa tizia. Per fortuna c’era pure un ragazzo che faceva da interprete per tutte, e ci ha spiegato che volevano farci delle foto, e ci avrebbero pagate 100 yuan all’ora. Più di quel che ci dà l’università per le lezioni di speaking!! Insomma… non ero sola, quindi ho lasciato il numero dicendo di sì. Ora vediamo se mi chiamano o se era tutto un bluff. Ahahahhhaha!!! Solamente in Cina io, tappa come sono, avrei potuto essere reclutata come modella!!!
Tornata in ufficio, dopo la coda, finalmente arriva il nostro turno. Ovviamente, vuoi che non ci siano diecimila problemi? Ma certo che sì. Un casino allucinante solo perché ci trasferivamo. Insomma… abbiamo perso l’ora di lezione. Un casino incredibile, e alla fine il pomeriggio siamo andate dove ci ha indicato a lasciare passaporto e tutto il resto, lunedì dovremo portare il foglietto a Liu laoshi (prof. Liu), poi il 30 andare a ritirare il passaporto e il permesso di soggiorno. Dopodiché, dovremo andare dalla Polizia a dire che abbiamo cambiato casa. Non so cosa farà la polizia, sarebbe troppo bello se modificasse l’indirizzo al computer e ci lasciasse andare col nostro permesso, e noi potessimo passare subito a farci fare la connessione a internet. Sappiamo che non andrà così liscia, ormai conosciamo bene la nostra sfortuna.
Siamo andate nella casa nuova a pulire cucina e salone. Tutto funzionava perfettamente, a parte le prese nelle nostre camere, ma le avevamo già provate e andavano, quindi credevamo fosse un problema di ciabatta, e non ci siamo preoccupate più di tanto. Il trasloco era previsto per sabato, primo giorno di primavera: nonostante le varie beghe burocratiche, il sole splendeva nel cielo limpido, la casa era calda e pulita, e noi eravamo contente. La sera abbiamo lavorato sulle relazioni sociali chiacchierando tutta la sera con un ragazzo russo che mi aveva approcciata il giorno prima, e uno del Kazakistan mezzo poliglotta. Insomma, serata piacevole, e invito a uscire per la sera dopo, a vedere qualche parte della città. Alèèèèèèèèèèèèè!!!
Sabato ci siamo svegliate sotto la pioggia. Nooooooooooo e ti pareva che dovevamo traslocare e la sera uscire!!! Mattinata passata a impacchettare e a depilarsi.. per sfruttare fino all’ultimo la corrente del dormitori! Poi, cariche come muli sardi, siamo partite sotto la pioggia con zainoni enormi a spalle, il trolley, borsa coi libri, altre borse, e ombrello. Ce la siamo fatta a piedi fino alla casa nuova, arrivando non so come. Saranno 10 minuti abbondanti credo, ma vi giuro sono sembrati un’eternità. Abbiamo smollato la roba e siamo tornate indietro per il secondo giro. Per strada abbiamo preso una patata dolce per pranzare. Ci siamo innamorate delle patate dolci e la signora ormai ci conosce e ci saluta sempre.
Abbiamo terminato di impacchettare tutto, poi abbiamo portato tutto giù per chiamare un taxi. La fuwuyuan alla reception ci ha chiesto se stavamo traslocando, e ci ha detto, sapete cosa?? Che per spostarci dovevamo avere il permesso di Liu laoshi!!! Lo stesso dei visti!!! Ma è una persecuzione!!! Ma adesso bisogna pure avere i permessi per traslocare??? Ma cosa pensano, di tirarmi per le gambe se io voglio andare via? Adesso ci manca solo più sto professore non ci voglia dare il permesso finché non abbiamo quello di soggiorno, perché se succede così la Cina o almeno Qingdao scomparirà dalla faccia della terra, e se accadrà saprete chi è stato.
Comunque, abbiamo traslocato. Abbiamo dato la mancia al taxi per farlo stare fermo mentre noi portavamo su la roba, visto che pioveva, ma sto cafone si è preso la mancia, ha scaricato tutto lì sotto la pioggia e se ne è andato. Che furbone! Va beh, ormai a ste inezie non ci facciamo manco più caso, quindi ci siamo fatte i nostri 4 giri su e giù. Arriviamo in casa, e non avevamo ancora finito di dire “Oooohhhh, ce l’abbiamo fatta, il grosso è andato!”, che ci siamo accorte che… il riscaldamento non funzionava!!! Avete presente quando davvero non sai più cosa pensare, e non ti viene altro che da ridere? Cosa dovevamo fare? Avevamo appena finito di traslocare, e la casa stava diventando fredda e non aveva l’acqua calda. Per di più… un terribile odore di gas. Oddio!!!! Ma basta, che cos’avremmo mai fatto di male??? Sarà mica perché sporcavamo il bagno delle fuwuyuan? Che poi lo lasciavamo sempre bello lindo…
Chiama l’agenzia, che chiama la padrona e ci dice che un tecnico arriverà dalle 15 alle 16. Noi stiamo in casa tutto il pomeriggio ad aspettarlo e… l’avete visto voi? Noi no. Poi mi sono accorta che anche le luci non funzionavano… Allora era saltata la corrente!! Meno male, abbiamo pensato, non è un problema del riscaldamento. Ma la sera si avvicinava, cosa facevamo noi senza luci? Poi, mentre pulivamo, foderavamo gli armadi e sistemavamo la roba, raffreddandoci sempre più, all’improvviso la corrente è tornata! E con lei anche il riscaldamento e l’acqua calda. Per fortuna!! Ovviamente aveva smesso di piovere non appena noi avevamo finito di traslocare… quando si dice il caso.
Alle 18 siamo tornate al dormitorio per l’ultimo giro di trasporti, e per nutrirci. A me l’idea di fare la spesa nel mercatino puzzolente, tornare a casa e mettermi a cucinare verdura bollita in una cucina non ancora sistemata dava sui nervi, così ho detto ad Ale che le offrivo la cena, e siamo uscite prestissimo perché eravamo mezze svenute dalla fame. Volevamo andare al solito posto della zona che conosciamo, ma poi ci siamo trovate nella via piena dei banchetti nel pieno del movimento: fumi e odori diversi da tutte le parti, e un sacco di gente che cenava così. Abbiamo pensato di prenderci il pane dell’altra volta e di provare a portarcelo al ristorante come accompagnamento, ma poi abbiamo trovato lo stesso pane farcito con carne di pollo... carne!!! Lo abbiamo preso.. e abbiamo fatto bene, perché sapeva di kebab, ed era molto buono. Abbiamo mangiato ancora qualcosa e poi siamo tornate a casa. In dormitorio abbiamo riempito gli zaini ancora una volta e ci siamo dirette a casa. Che bello!! Non più gelata, già con le nostre cosine in giro, gli asciugamani in bagno, i nostri prodotti, le lenzuola colorate sui letti… Ora sì che sembrava una casa!! E soprattutto, non era andata a fuoco come ormai ci saremmo quasi aspettate. Proviamo ad attaccare l’altra ciabatta funzionante alle prese in camera e… non va! Noooooooooo ma come!!! Una volta andava, ma com’è possibile??? Insomma, vuol dire che manco il portatile possiamo attaccare!! Poi vado a leggere sui contatori, ce ne sono due giù. In uno mi sembra ci sia scritto ‘camere’, nell’altro ‘soggiorno’. Proviamo a tirarli su? Ale era preoccupatissima, temeva succedesse qualcosa, ma in fondo eran solo contatori no? Così li abbiamo alzati e… Ooooohhh là! Era proprio quella la cosa da fare!! Adesso funziona tutto! Io ho inaugurato personalmente il bagno –con una certa ansia, devo dire, visto che qui gli scarichi sono molto deboli e non abbiamo più il bagno delle fuwuyuan come ripiego-, e tutto è andato bene, poi ho pure inaugurato la doccia, e di nuovo tutto è andato benone!! L’acqua non esce più, e anche la puzza è sparita! E’ stato bellissimo farsi la doccia all’ora che volevo, senza dover rispettare degli orari per l’acqua calda, che non sono mai puntuali, lavarsi senza allagare tutto quanto, dentro il box, e non doversi cambiare le ciabatte ogni volta che entri ed esci, perché è tutto bagnato. Adesso sono nel mio lettone, sotto la coperta, ho passato la serata a scrivere. Che le cose inizino ad andar bene? Non osiamo sperarlo. Però siamo in casa, che è ancora bella fredda, rispetto al dormitorio, ma speriamo si scaldi presto. Fuori soffia un vento fortissimo, spero spazzi via tutte le nuvole e domani di svegliarmi con la luce del sole che si riflette sul mare che vedo dalla finestra.
Stasera alla fine non siamo uscite coi due ragazzi perché non li abbiamo più trovati, tra i vari traslochi, ma tanto fa così freddo e siamo così distrutte che rimandare non ci dispiace poi così tanto. Sono contenta di essere riuscita a scrivere tutte le ultime avventure. Il male al ginocchio è molto migliorato, quindi vado a nanna col sorriso con le labbra, nella mia nuova casa!!

domenica 15 marzo 2009

Tra gaudio, mal di stomaco e nuovo giubilo... per la serie: non ci smentiamo mai!!!

Altra cosa che ancora non ho raccontato, è la storia del nostro bagno: dal primo giorno che siamo arrivate, infatti, è otturato. Perché noi, da italiane, siamo abituate a buttare la carta igienica nel gabinetto, visto che la cosa è sicuramente più pulita che non buttare la cartaccia sporca in un sacchetto. Qui, invece, gli scarichi dei gabinetti sembrano quelli delle bambole. Fatto sta che, se nessuno ci dice che qui funziona diversamente, a noi viene spontaneo comportarci come d’abitudine. Il primo giorno abbiamo fatto pipì, e proceduto come di consueto. Il giorno dopo il gabinetto era intasato. Abbiamo subito chiamato la fuwuyuan (=donna di servizio), e glielo abbiamo fatto vedere, visto che non sapevamo come si diceva. Lei è rimasta lì come un’allocca a guardare il pezzo di carta galleggiante e a ripetere come un pappagallo: “Du le… du le!!! (otturato… otturato!)”. E, anziché chiamare subito qualche giovane prestante a sbloccare la situazione, ci ha detto che dovevamo togliere il pezzo di carta, e poi sarebbe andato a posto. Ma ragazza mia, cosa dici mai? Se questo gabinetto fino a ieri ingoiava i pezzi di carta, e adesso invece galleggiano bellamente, non basta certo toglierli perché si smuovano anche quelli incastrati nei tubi. O no?
In questo dormitorio, però, o ti aggiusti o ti aggiusti, e le fuwuyuan di qui sono delle arpìe tremende, che se ne vanno in giro camminando come se sfilassero e atteggiandosi manco fossero le regine di Saba, e che appena possono ti trattano male. Così, visto che siamo ragazze fini e bene educate, e non ci piaceva l’idea di dover richiamare qualcuno in aiuto della nostra toilette intasata non più solo da pezzi di carta, abbiamo optato per una soluzione alternativa. Abbiamo cominciato ad andare nel bagno di sotto, che pensavamo fosse pubblico. Quando poi abbiamo scoperto essere il bagno delle fuwuyuan, ci andavamo ancora più di gusto.
Questa introduzione poco consona alle ricette di cucina, è però necessaria per comprendere il lato comico dell’avventura di oggi. Questo soggiorno è cominciato a dieta ferrea, un po’ per volontà ma anche tanto per costrizione, per via del poco tempo che avevamo anche solo per pensare a fare porcate. Poi la cosa ci è sfuggita di mano: dalla patata dolce per festeggiare la firma del contratto per la casa, non ci siamo più fermate, e passando dal negozietto del campus, abbiamo preso a comprare qualche robetta, come gli Oreo (li fanno anche in Italia, ma con questa farcitura non li avevo mai visti) riempiti di crema di arachidi (buonissimi!!!), lo Snickers, tavolette di cioccolata fasulla (poveri cinesi), dolcetti cinesi da sperimentare. Ma c’è una cosa che di Alessia non sapete: lei è una tossica. Nutella-dipendente, per l’esattezza. Ha cominciato a ossessionarmi con sta Nutella, ha continuato a farlo imperterrita, poi quando l’abbiamo trovata al Carrefour (il Jia le fu), è stata la fine. L’avrebbe pagata pure più di quel tanto che già costa, ma la voleva. Questo fino all’incidente di venerdì sera, quando abbiamo deciso di fare assoluta economia per rimediare alla mazzata del buffet, e quindi di rinunciare alla Nutella. Qui c’è un centro commerciale molto grande e bello, il Jusco, in cui una cosa in particolare è apprezzata dagli occidentali e dai cinesi stessi: il Coffee sweets. E’ una via di mezzo tra una panetteria e una pasticceria, ed è l’unico posto in cui si respira aria buona. Note aromatiche di brioches e di pane appena sformato accarezzano invitanti le narici di chi passa di lì, ed è costretto a fermarsi, ma se si ferma poi non se ne va senza comprare. La scelta è abbastanza ampia, ampissima trattandosi di un posto in Cina, ed è tutto davvero invitante. E’ anche l’unico posto di nostra conoscenza in cui è possibile trovare del pane come lo intendiamo noi, ed è un pane così soffice, ma così soffice, come mai ne ho trovati. Il programma doveva essere: sabato pulizie in casa, poi giro al Jusco a comprare Nutella e pane su cui spalmarla per la colazione-pranzo di domenica, ultimo giorno di porcate. Poi, da lunedì, dieta ferrea. Dovendo fare economia, avevamo deciso di lasciar stare la Nutella che qui costa ben 60 yuan (più di 6 euro), e di sostituirla comunque con qualche biscotto goloso e una tavoletta di cioccolata da sciogliere nel latte. Ma Alessia mi ha fatto una testa tanta con sta cavolo di Nutella, che io, dal non desiderarla, sono passata non solo ad averne voglia, ma a non poterne più fare a meno! Così è bastata un’occhiata, e siamo andate al Jusco per comprarla. Che delusione quando anziché the original, non abbiamo trovato che imitazioni! Depresse e deluse più che mai, ci aggiravamo per il centro commerciale come due povere tapine, e all’inizio non trovavamo neanche la cioccolata! Perché la cioccolata cinese non è vero cioccolato, non sa di niente. Alla fine abbiamo comprato una crema al cioccolato simil-nutella ma con lo 0,3% di nocciole, quindi un ritter sport alle nocciole intere per compensare alla carenza, poi gli Oreo alla crema di arachidi e cioccolato, poi nella panetteria profumosa abbiamo preso due paninetti da farcire, uno classico e l’altro con le gocce di cioccolato (il pane era finito), e ancora due dolci di sfoglia. Al ritorno temendo che il bicchiere di crema non bastasse ci siamo ancora fermate nel solito negozietto a prendere altre due barrette Dove, e due cioccolatini. La colazione per la domenica era assicurata!! A che prezzo, però… alla faccia dell’economia! Abbiamo speso 54 yuan a testa solo di schifezze. E va beh… Sembravamo due bimbette al Carnevale, tutte allegre e radiose, solo perché avevamo le borse piene di cioccolata! La situazione ci sembrava così ridicola che ridevamo da sole!
Non siamo riuscite a trattenerci, quei dolci emanavano un profumo così buono persino sul pullman, che non potevamo aspettare la mattina: abbiamo cenato con i dolcetti e i cioccolatini. Che bontàààààà!!!!! Sfoglia, pan di spagna, e sopra noci, mandorle e altra frutta secca coperta di non ho capito cosa, ma buonissima!!! Striata di cioccolato. Una vera bontà insperata in Cina.







Poi coi pancini pieni siamo andate a nanna.
Stamattina, domenica, era il gran giorno: abbiamo preparato le nostre scrivanie, sciolto la crema di cioccolata, tagliato i panini, scaldato il latte e sciolto la cioccolata dentro… Poi alèèèèèèèèèèèèèè!! Siamo partite!









Con la bocca e le mani piene di cioccolata eravamo le regine del mondo! Abbiamo iniziato a capire che qualcosa non andava dopo le due fette di pane e simil-nutella, ma non ci siamo arrese, volevamo finire tutto per non avere più tentazioni domani. Siamo andate avanti… ma i nostri occhi non erano più accesi e brillanti come prima, e le nostre pance facevano strani rumori, come brontolii. Abbiamo finito quasi tutto, avanzato solo un Oreo, 1 quadretti di Dove e due di Ritter sport. Ma stavamo malissimo!!! Siamo corse subito nel bagno delle fuwuyuan, riuscendo ancora a ridere per la soddisfazione di non dover sporcare il nostro. Ci siam chiuse lì dentro e per un bel po’ di minuti c’è stato silenzio, noi appoggiate con le mani al muro e in stato comatoso. Quando siamo uscite avevamo ancora le facce verdi, e per tutto il primo pomeriggio siamo state maluccio. Alla fine lo scopo era stato raggiunto: ci eravamo talmente riempite di schifezze, che solo l’idea di mangiarne altre ci faceva venire il voltastomaco, e non vedevamo l’ora che arrivasse lunedì per cominciare la dieta. La cosa che ci scocciava di più però era una sola: 54 yuan a testa buttati letteralmente nel cesso!!! (chiedo scusa per l’espressione, ma è proprio così).
Verso le 16 ci siamo riprese un pochino, siamo uscite per una passeggiata per il campus, alla ricerca di una pista dove andare ad allenarci. Al ritorno, dopo un po’, ci è venuta un po’ di fame (dopotutto erano passate 11 ore dal banchetto), ma avevamo bisogno assolutamente di qualcosa di salato. La cosa bella di Alessia è che abbiamo spesso voglia delle stesse cose: lei ha detto “gongbao jiding”, ed era esattamente quello che desideravo io. Siamo andate a prenderlo per portarcelo a mangiare in camera, poi al ritorno siamo passate per una via piena di banchetti, ma stavolta non puzzavano, anzi, mandavano odori gradevoli, di carne grigliata. Così, visto che era avanzata ancora un po’ di crema al cioccolato che volevamo finire, ci siamo fermate alla ricerca di un mantou, dei panini cinesi, su cui spalmarla. I mantou non li abbiamo trovati, in compenso però abbiamo sperimentato una cosa nuova: dei filoncini di pane dolci, croccanti e vuoti dentro, e poi delle ciambelline sempre di pane ma salate. Costavano 5 mao l’uno, cioè 5 centesimi, e li abbiamo comprati. Tutte contente siamo tornate al dormitorio correndo e ridendo come pazze: il vento era cessato, l’aria era fresca ma fresca di primavera, un clima perfetto finalmente. A casa abbiamo preparato tutto, mangiando le nostre ciambelline buonissime col gongbao jiding (ci siam dimenticate di dire di non farlo piccante, così adesso non ci passa più la sete), poi come dessert abbiamo mangiato i filoncini con l’ultima crema. L’abbiamo finita! Per ora siamo in piedi e stiamo benissimo!




Da domani non solo cominceremo la dieta alimentare, ma anche economica. Studio, dieta e economia saranno le parole chiave per il prossimo mese. Poi, se saremo brave, ci concederemo un’altra capatina al Coffee sweet. Ma non prenderemo più nessun’imitazione della Nutella… è stata quella crema a farci stare male. Ovviamente, abbinata a tutto il resto. Nonostante il malessere, è stata una giornata molto divertente e la ricorderò sempre con una gran risata!!!


sabato 14 marzo 2009

Baccagliate e impoverite... :(

Nello scorso post non ho parlato di tante cose, come ad esempio di come cuciniamo. Ho solo detto che la cucina è impraticabile, quindi siamo costrette ad usare la piastra elettrica che ci ha fornito la fuwuyuan. Il problema è che in quella cucina non vogliamo posare niente visto lo schifo che fa, e cucinare là dentro è un vero problema: significa infatti andare a chiedere le chiave al piano terra e a farsi dare la piastra, poi andare al 4° piano cariche di pentole, scolapasta, scottex, cucchiai, e cibo (ovviamente tutto quanto comprato da noi), cucinare in qualche modo, restituire le chiavi e la piastra, e infine portare il cibo in stanza, apparecchiare le scrivanie e mangiare. Senza contare che mentre la roba cuoce, noi non possiamo fare niente, dobbiamo stare come due bacucche ad aspettare che l’acqua bolla. Così abbiamo deciso di disobbedire a una delle regole del dormitorio, anche se in realtà non è che proprio disobbediamo. La regola dice che è severamente vietato cucinare in stanza… E allora noi cuciniamo in bagno!!! Sì, ed è comica a vedersi, ma non possiamo fare che così, e se provano anche solo a dirci qualcosa ne abbiamo una lista lunga così da ribattere. Avevano solo da non dirci che si poteva cucinare in cucina quando questa non è praticabile. Comunque, mettiamo la piastra per terra, sulle piastrelle, e facciamo tutto lì: cuciniamo, laviamo i piatti, tagliamo le verdure. E’ ovviamente una rottura andare sempre giù a chiedere sta piastra e le chiavi della cucina che manco usiamo, soprattutto la mattina quando abbiamo pochissimo tempo per far tutto e andare a lezione. Comunque, per ora ce la caviamo. Il problema è la scarsa varietà dei nostri pasti: sempre riso o spaghetti, e poi verdura e frutta. Ci manca la carne, da morire proprio. Noi che siamo quasi vegetariane, adesso desideriamo la carne manco fossimo delle bestie feroci! Ma qui la carne non sappiamo dove comprarla, ci hanno detto che è buona ma quella che vediamo noi è tenuta così,



quindi per ora ci siamo tenute la voglia.
Ieri sera era venerdì, e al Cassani, il ristorante italiano qui a Qingdao, c’era il buffet. Noi al buffet eravamo sicure di trovare la carne!!! E soprattutto di mangiarla gratis!! Visti i problemi con i prelievi, e le spese pazzesche che abbiamo dovuto affrontare per i mesi anticipati di affitto, il corso, il dormitorio, le visite mediche, e le spese varie, dobbiamo fare economia. Domenica eravamo andate con Jenny e Alyce, ed era tutto molto buono, c’era parecchia roba, ma tra le varie pastasciutte avevamo apprezzato molto il petto di pollo grigliato a bocconcini, le capesante più buone che io abbia mai mangiato, le cozze, dei tranci di pizza, le verdure grigliate. L’unica pezza è che il bere costa tantissimo, proprio come in un ristorante quasi di lusso in Italia. Però abbiamo deciso di fare a metà di qualcosa, e di risparmiare non uscendo stasera. Sempre domenica le due ragazze cinesi ci hanno detto che questo per il calendario cinese è l’anno del bue, proprio come il 1985, il nostro anno di nascita. Qui si dice che quando ricorre il segno del tuo anno di nascita devi portare sempre addosso qualcosa di rosso, per buona fortuna. Noi non siamo superstiziose, ma visti tutti gli eventi da quando siamo arrivate, qualche dubbio ci è venuto.
Già siamo uscite con un’ora di ritardo perché anziché mettere l’acqua calda alle 18, come c’è scritto sul regolamento, l’hanno messa alle 19. Poi ieri c’era un vento fortissimo, tra che eravamo in ritardo, tra che avevo i capelli ancora umidi, tra che non ci ricordavamo la strada, per non arrivare a buffet finito abbiamo deciso di prendere un taxi. Peccato che qui i taxisti siano milioni, ma non sappiano le strade o i luoghi. Ci ha portate fino alla via, ma poi non sapeva dove fosse il locale, così siamo scese pensando di proseguire a piedi. Domenica siamo andate con le cinesi in pullman, e a chiunque chiedessimo indicazioni, sapeva risponderci. Invece ieri nessuno aveva mai sentito parlare di questo locale. Bon, alla fine ci siam perse! Abbiamo camminato in lungo e in largo, girato in tondo per le vie nei dintorni, gelate dal vento freddo che si intrufolava dappertutto. Alla fine abbiamo messo da parte l’orgoglio e ho chiamato Simone, il ragazzo che gestisce il locale e che, secondo Ale, prova un interesse nei miei confronti. Ci ha dato le indicazioni necessarie e ci siamo avviate di nuovo. Ma era troppo lunga, così abbiamo dovuto prendere un altro taxi. Alla fine siamo arrivate, sconvoltissime nonostante fossimo uscite in condizioni abbastanza decenti, e con tanta fame che abbiamo dovuto trattenerci per non gettarci sul buffet! Saliamo al piano di sopra, ed è tutto diverso da domenica: niente grande tavolo coi piatti sopra, niente pienone di gente in piedi che si serve. Solo una tavolata di due famiglie italiane, e tanti tavolini apparecchiati. Sul bancone del bar i vari piatti. Siamo rimaste lì impalate a guardarci in mezzo al locale per 2 minuti buoni, mentre Roby, il cameriere cinese che lavora lì, si chiedeva che cacchio stessimo aspettando, che strane le italiane! Alla fine ci ha detto che ci potevamo sedere, e poi servirci al buffet. Ah ok, abbiamo pensato, semplicemente non si sta in piedi. Così abbiam fatto, servendoci in maniera molto parca, perché ci sentivano delle scroccone a riempirci il piatto senza pagare, tanto che quando Simone è venuto a chiederci se volevamo qualcosa da bere, non ci siamo osate a dividere in due una bibita. Poi i camerieri ci dicono che nel buffet è compresa già una bibita, e quindi già ci è parso strano. Eravamo lì, da sole, imbarazzatissime perché ci sentivamo fuori luogo, senza sapere bene come funzionasse, e vergognandoci ad andare a riempirci il piatto di nuovo, visto che eravamo piene. Poi Simone ci ha detto che sarebbero arrivate di nuovo le capesante (evvai!!), e così ci siam tenute il posticino per loro. E’ passata più di mezz’ora, e ancora niente, e non ci piaceva alzarci e andare al banco a controllare e poi tornare al tavolo. Alla fine, visto che Roby continuava a venirci vicino per vedere se avevamo finito, gli abbiamo chiesto “Ma il pesce, c’è o no??” e lui è andato a chiederlo a Simone. Due affamate proprio. Finito di mangiare le nostre buonissime capesante, dei tipi che si erano sistemati al tavolo dietro di noi ci hanno invitate a unirci a loro, e noi, che fino a pochi minuti prima ci stavamo lamentando che la gente del locale era un po’ snob, perché vedendo due ragazze sole appena arrivate non rivolgeva loro manco una parola, ci siamo unite. Abbiamo chiacchierato un po’ con sti tipi molto più grandi di noi, e se posso permettermi, uno più brutto dell’altro, e anche qualcuno veramente scemo. Ma c’era pure un norvegese, quindi abbiamo fatto pratica d’inglese. Insomma, le solite cose, i soliti complimenti, la serata è passata in fretta. Ci hanno chiesto se volevamo uscire con loro e andare al Lebang, il locale strapieno fumosissimo di venerdì scorso, e noi non sapevamo che fare, soprattutto perché non ci era piaciuto e volevamo risparmiare. Andiamo in bagno e Ale entra in uno, io apro la porta dell’altro che era SOCCHIUSA, mentre Ale dice “Vai vai che è libero… ah no, invece no!”, e infatti c’era un tizio che pisciava. Yuppyyyyyyyyyyyyyyy!!!! Ebbbbbrava Gaijina, bella figura di m.! Mi sono chiusa nel bagno con Ale aspettando che il tipo uscisse, poi APPENA se ne è andato sono andata decisa ad aprire la porta. E… c’era un altro tipo che pisciava!!! Il norvegese di prima!! Ma come cavolo ha fatto a entrare così velocemente??? Ma perché i maschi quando pisciano non chiudono la porta??
Vabbè, cavolacci loro! Scendiamo per pagare i nostri succhi, e sti tipi cominciano a insistere a farci andare con loro, ci dicono che ci invitano loro, pagano loro, uno mi prende pure per mano e mi trascina. Ma!! Intanto arriva la cameriera con lo scontrino… Leggiamo ‘254 yuan’. Cheeeeeeeeee??????????’’’ ‘Ahahahahah!!’, volevo dirle, ‘ma noi mica eravamo al tavolo con quelli là, noi paghiamo solo due succhi!’. E invece lei ci dice che il buffet costa 100 yuan!!! Ma dico io, siamo impazziti??? Così alla faccia del risparmio ci siam sparate 127 yuan a testa, più i taxi. Yuhuuuu!! E noi che per tutta la sera ci siam sentite delle scroccone e abbiam mangiato poco poco… Ale è venuta via che aveva già fame!! Intanto sti tipi continuavano a insistere ma noi eravamo talmente sconvolte dallo scontrino che non ci abbiamo neanche pensato di accettare l’invito. Via, subito a casa!!! Dovremo stare in clausura per recuperare questa spesa folle… Tornando ci siam fatte lasciare dal taxi davanti a una banca, in modo che io potessi prelevare l’ultima parte per la casa, da pagare lunedì. La prima banca non mi ha fatta prelevare… Accidenti, era la banca che Stefy dice accetta la Postepay, perché non va??? Poi camminiamo fino a uno sportello in una viuzza scura, dove eravamo già andate una volta… E lì va!!! Sono riuscita a prelevare finalmente il mio massimo, così adesso possiamo pagare la casa e siamo pure coperte per un po’!!
Alla fine, mettere le mutande rosse è davvero servito a qualcosa… J Grazie Jenny!!

giovedì 12 marzo 2009

Riassunto prime due settimane cinesi

Giovedi' 26 e venerdi' 27 marzo, viaggio

Siamo state fortunate: la partenza era in tarda mattinata, così abbiamo avuto tutto il tempo necessario per andare a Torino, prendere la navetta per Malpensa in modo da arrivarci due ore prima, senza farci la levataccia in piena notte. Per di più, un altro studente dell’università avrebbe preso lo stesso volo fino a Shanghai Putong, per poi proseguire per Taiwan, e questo ci tranquillizzava.
Tutto forse è cominciato quando il nostro amico è arrivato alle 10 passate invece che alle 9,30, e ha proposto di fare colazione. E facciamoci sta colazione, abbiamo pensato! Tanto c’è tempo… Invece il tempo non c’era affatto. Dopo la colazione lui ci ha detto che il check-in non era ancora aperto, ed è sparito in bagno. A noi è sembrato strano, mancava poco più di un’ora alla partenza, ma ci siam fidate, perché lui era sicuramente più esperto di noi, e poi perché eravamo tutte preoccupate di come passare il check-in con valigione oltre la soglia massima dei chili, zainone da scuola strapieno in spalla, portatile e trolley. Alle 11 meno venti il nostro compagno arriva di corsa dicendo che il check-in era aperto, solo che lui aveva guardato da un’altra parte. -.- (maschi).
Non solo era già aperto, ma stava chiudendo!!! Corriiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Arriviamo e la tipa ci dice che le hanno chiuso il volo. Panico. Alla fine ci hanno fatti passare, ma dovevamo sbrigarci per l’imbarco. Abbiamo iniziato a correre come dei forsennati, con Ale che rideva come una matta per scaricare la tensione, ma che poi non rideva più quando nella corsa le è cascata la borsa del portatile… Ci siamo imbarcati senza altri problemi, finalmente eravamo in aereo!!!
Era la prima volta che viaggiavo su un aereo così grande, e se posso dirlo non vedevo l’ora che portassero da mangiare cinese!! Quando il Gaijin era andato in Giappone, mi aveva detto che ogni sedile aveva davanti un televisorino personale, ma noi avevamo UN televisorino a metà corridoio, che trasmetteva film cinesi infiniti, e poi delle cagate fantasy in italiano. Bah. A parte che non so voi ma io faccio fatica ad apprezzare il gusto dei film cinesi, ma poi non si sentiva niente! In effetti, ci siamo accorti solo a metà volo che ogni sedile era dotato di cuffie… Ti-ti-ti!!
Abbiam passato il tempo chiacchierando, io non conoscevo molto bene questo ragazzo, ed è ancora più in gamba di quanto pensassi. Lui studia a Taiwan da oltre un anno, e insegna inglese ai bambini. Tra le opzioni fra cui abbiamo scelto per questa esperienza, c’era anche raggiungere lui, che avrebbe provveduto a procurarci una casa e un lavoro, ma abbiamo rifiutato la pappa pronta, per via del clima estremamente umido dell’isola. Quante volte ce ne siam pentite in questi giorni!!!
Di dormire non se n’è parlato quasi, perché era pieno di bambini neonati (oddio i bimbi cinesi mi fanno impazzireeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!) che piangevano in continuazione (in questo volo mi sono piaciuti un po’ meno…), e i sedili non si abbassavano. Abbiamo ascoltato la radio, e ho scoperto delle canzoni cinesi bellissime, mentre cercavo di iniziare a socializzare con la lingua e a rispolverare le mie conoscenze ormai antiche.
Siamo arrivati a Shanghai alle 05.50, l’aeroporto era deserto. Neanche il tempo di arrivare al nastro dei bagagli che Ale si è accorta di aver lasciato il cellulare sull’aereo, e ricorri di nuovo alla ricerca, mentre noi l’aspettavamo. E’ tornata sconfitta, nessuno sapeva dirle niente.
Svuotiamo le borse, passiamo la dogana, apri gli zaini, tira fuori le borse, il cellulare non c’era. Andiamo a recuperare i bagagli e… non c’erano!! Stavamo già disperando quando per fortuna li abbiamo trovati messi da parte, perché avevamo ritardato troppo. E qui devo solo dire un enorme GRAZIE al nostro amico, perché senza di lui e con Ale impanicata non so proprio come avremmo fatto. Siamo andati avanti e indietro per l’aeroporto per ore, dal deposito bagagli, allo sportello della compagnia, di nuovo al deposito, agli atm per prelevare, a cercare un posto dove fare una colazione che non fosse cibo cinese, a sbatterci sulle prime panche per riposarci un attimo. In tarda mattinata il nostro amico ha fatto il check-in per proseguire per Taiwan, e noi ci siamo trovate sole. Abbiamo preso la navetta che ci portava all’aeroporto Hongqiao, e qui vi risparmio tutti i particolari e gli inconvenienti (tra cui: perdita di Semolino, un asino di peluche che Ale si portava attaccato allo zaino, insieme all’orso Lumino, che è sopravvissuto al viaggio ed ora è qui con noi a Qingdao… chissà se riuscirà a tornare a casa??).
La Shanghai vista dalla navetta era penosa, in più pioveva e quindi il paesaggio era tristissimo. Mi è dispiaciuto non poterne approfittare per vedere qualcosa, ma con tutti i bagagli non potevamo proprio, e dopo il ritardo a Malpensa preferivamo avere tutto il tempo necessario per essere sicure di prendere l’ultimo volo.
Ad Hongqiao abbiamo aspettato per altre ore, stanche morte, sedute sulla base di un cartellone pubblicitario. Una cinese ha iniziato a chiacchierare, con noi che tiravamo fuori una parola ogni tanto, con gli occhi che non facevano altro che chiudersi, chiudersi…
Non so come, ma finalmente sono arrivate le 16, abbiamo fatto il check-in di nuovo senza problemi, anche se hanno trattenuto Ale e ha dovuto aprire la valigia, poi non ho mai trovato una sicurezza così pistina!!!! Ho dovuto praticamente disfare e disfare tutto il bagaglio a mano!!!
L’aereo stavolta era piccolo, e noi ci siamo addormentate subito. Arrivate a Qingdao era già sera inoltrata. Accettiamo il primo taxista che viene a offrirci i suoi servizi, ci avviamo e poi ci sentiamo urlare contro, fischiare da un poliziotto, che si è messo a blaterare in modo incomprensibile e ci ha portate a un altro taxi. Mah!! Poi Ale si è ricordata che anche a Pechino ci sono dei taxisti abusivi, quindi forse era per quello.
Il taxi sapeva di fumo in maniera incredibile, e ci ha portate all’entrata dell’università. Eravamo prese benissimo, nonostante il sonno e la stanchezza, perché il paesaggio che si vedeva dalla macchina faceva pensare a una città bella, moderna e luminosa, tante luci colorate dappertutto, non sembrava neanche di essere in Cina. L’entrata della scuola era maestosa nella notte, tutto sembrava nuovo e grandissimo, ma avevamo sbagliato entrata… Un ometto (che qualche giorno fa abbiamo scoperto essere uno dei prof di lettura) puzzosissimo di aglio è salito in macchina vicino a me in apnea e ha dato indicazioni al taxista, e così siamo arrivate. Alla fine il campus era quello, solo che il nostro dormitorio era dall’altra parte rispetto al posto in cui hanno luogo le lezioni.
Altri problemucci con la segretaria del dormitorio, che ovviamente ci dice che dobbiamo pagare cose in più, poi finalmente andiamo in camera. “Appena arriviamo ci sbattiamo sul letto così come siamo”, avevamo detto. Apriamo la porta e restiamo un po’ istupidite… Non ci aspettavamo una reggia, ma dove erano finite le camere viste sul sito? Una tristezza!! Entriamo nel bagno e non c’era manco la carta igienica! Cioè la gente arriva alle 23 e dove deve andarla a comprare la carta igienica??? Neanche degli asciugamani, ovviamente. Ci siam depresse un pochetto e ce ne siamo andate a nanna.




Sabato 28 febbraio, 1° giorno

Al risveglio ci siamo dette la stessa cosa: pensavo di essermi sognata tutto, invece è uno schifo davvero. Abbiam fatto colazione con 2 barrette ai cereali, poi siamo andate in segreteria a discutere di tutto ciò che dovevamo avere e che invece non avevamo. Ad ogni risposta, ci deprimevamo un po’ di più. Poi siamo andate a far la spesa al mercatino del campus che ci avevano indicato.
La strada l’abbiam trovata seguendo l’odore. Io ho avuto i conati di vomito almeno quattro volte, entrata lì dentro. Un odore insopportabile, indefinibile, mi è entrato nelle narici e non mi mollava più. Cuocevano da mangiare nello stesso spazio in cui era esposta la roba da vestire, o per pulire, qualunque cosa insomma. C’era di tutto, persino un angolo dedicato alla pasticceria, se così si può chiamare, perché non avrei avuto la tentazione di mangiare quelle torte neanche se fossi stata morente di fame, sembravano finte! Abbiam comprato i generi di prima necessità, poi siamo tornate in stanza.
Ri-uscite per andare a pranzare in qualche modo, ci siamo avviate su per l’unica via che conoscevamo, quella su cui si esce dal dormitorio. Che roba, incredibile! Dov’era finita la bella città che vedevamo dal taxi? Non era stato mica uno scherzo giocatoci dalla stanchezza? Tanti locali uno dopo l’altro, tutti piccoli, sporchi, e maleodoranti, vecchi zozzi e cadenti. Da una via a lato arrivavano dei fumi puzzolenti dai mille banchettini in cui grigliavano wurstel, focaccine e chissà cos’altro, era impossibile per le narici avvicinarsi, bisognava attraversare la strada in completa apnea.


Abbiamo scelto l’unico posto che ci sembrava ok, e alla fine è andata bene.
I problemi di comunicazione sono stati risolti grazie alle foto dei piatti appese al muro, e abbiamo optato per il gongbao jiding, cioè un insieme di pollo, verdure e arachidi, il tutto condito ovviamente con salsa di soia. Buono!! Poi un altro piatto che non mi ricordo come si chiamava, sempre con peperoni, alghe e pollo. Più due ciotole di riso e the verde. Abbiamo fatto un macello sul tavolo perché non avevamo neanche i piatti!





Poi siamo andate in uno wang ba, cioè un internet point, per dire ai nostri che eravamo arrivate.
Tra le cose che avevamo chiesto di avere nella stanza c’era il frigo, perché non eravamo intenzionate a mangiare cinese tutti i santi giorni, e quindi pensavamo di usare la cucina del dormitorio. Ma ovviamente il frigo non c’era. Dei tedeschi ci avevano detto che qualcuno li affittava, ma la segretaria diceva il contrario. Alla fine l’abbiamo davvero affittato, grazie a un tipo che ci ha portate in uno scantinato dove c’era di tutto, persino uno specchio lungo lungo che avevamo visto la mattina in corridoio. Così abbiamo affittato il frigo. Tornate a casa ci siamo messe a pulire tutta la stanza e il bagno, di buona lena, fino a tarda sera. Abbiamo pure spostato dei mobili, per fare spazio al frigo, insomma una vera rivoluzione! La stanza e il bagno avevano tutto un altro aspetto!! Ahhh! Che soddisfazione! Abbiamo mangiato della frutta e siamo andate a dormire.


Domenica 1 marzo, 2° giorno

Ci siamo svegliate tardissimo, così abbiamo fatto una colazione abbondante e saltato il pranzo. Obiettivo della giornata: fare due sim cinesi, per poter comunicare con Stefania, una nostra compagna di università che abbiamo scoperto essere a Qingdao da qualche mese. Lo dico adesso per tutte le altre volte, che praticamente vuol dire sempre: grazie ad Ale perché io non capivo una mazza di niente di cinese, proprio il vuoto totale. Io so scrivere, me la cavo se devo esprimere qualcosa di semplice, ma quando si tratta di capire, esce fuori l’incapacità proprio. Lei si è occupata di tutto, dalle sim, alle lamentele, alla casa, alla scuola, all’ospedale. Io sinceramente da sola non so come avrei fatto, me la sarei cavata in qualche modo, ma chissà come… Spero solo che finiti questi mesi io riesca a capire un po’ di più.
Fatte le sim, siamo tornate, abbiamo fatto le lavatrici, lavato i capelli (se vedeste come sono le docce qui, capireste perché un semplice lavaggio richiede tempo: qui le docce non hanno né tende, né piatto doccia, quindi ogni volta che uno si lava, prima di tutto deve sbaraccare il bagno, dopo deve asciugarlo).
La sera ci è venuta a prendere la nostra compagna e abbiam mangiato insieme con un’altra italiana che lavora qui. Poi siamo passate da Cassani, un ristorante italiano molto molto bello (con prezzi da ristorante italiano, purtroppo), gestito da un ragazzo e un cuoco giovani, a abbiamo fatto la loro conoscenza. Anzi il primo ci ha anche fornito il modo per far passare per nazionale una telefonata internazionale!!


Lunedì 2 marzo, 3° giorno


Cerimonia di apertura alle 8,30, poi i tedeschi ci hanno accompagnate a una banca che accettava le nostre carte. Prelevato e poi tornate a casa, a cucinare. Menù del giorno? Beh, essendo a dieta e non avendo nulla per cucinare, se non una pentola, abbiamo mangiato spaghetti di riso e zucca bollita.



Già, perché la cucina che doveva esserci nel dormitorio, non funziona. Noi avevamo fatto la spesa, ma la cucina non era utilizzabile. Ecco perché era così sporca e puzzolente!!


Alla fine la tizia ci ha dato una piastra elettrica, e ancora oggi cuciniamo con quella.
Il pomeriggio intero è partito per l’iscrizione alla scuola, la scelta del corso da seguire, e i tentativi di spiegare che noi possiamo prelevare solo 2000 (Ale 1700) yuan al giorno, quindi non potevamo pagare subito i 7000 per il corso. Abbiamo anche litigato col tipo che gestisce le connessioni Internet nelle stanze, perché voleva farci aspettare una settimana e farci pagare l’intero mese. Al diavolo! Ce ne siamo andate, per questo ora non ho il mio computer da cui scrivere. Per fortuna questo dormitorio ha una cosa bella: l’accesso gratuito a Internet, nella saletta di sotto. Ovvio, i computer sono 5, di cui uno fuori gioco per un virus, c’è sempre una coda pazzesca, quindi si cerca di connettersi giusto il tempo per scrivere le mail, poi i computer sono vecchissimi e lenti, e si bloccano di continuo. Ma almeno posso comunicare!
Ho chiamato Sabry, la mia bimbetta, perché oggi compiva tre anni. Ho usato il metodo che mi ha detto ieri Simone. Piccolina!! Spero tanto non soffra come l’altra volta per la mia assenza!

Martedì 3 marzo, 4° giorno

Sono cominciate le lezioni, che hanno luogo dalle 8 alle 12. Qui ci sono 6 classi: A, B1, B2, C1, C2, D ed E. Non c’è un esame di ammissione, quindi sono gli studenti che possono decidere quale corso seguire. La prima settimana è di prova, gli studenti possono ancora spostarsi e cambiare, se non pasticciano i libri. Noi abbiamo cominciato col C2, visto che quando Ale era andata a Pechino aveva fatto il C1. Lei mi ha sempre detto che il primo mese non capiva niente di niente, invece adesso al C2 abbiamo capito quasi tutto, quindi abbiamo deciso di tentare il D. Allora, qui quel che capiamo è poco, ma qualcosa c’è. Ale era giusto che andasse in D, io avrei anche potuto accontentarmi del C2, ma era bello studiare insieme, e poi mi piacciono le sfide, e ho pensato che se davvero lei dal niente nel giro di un mese qualcosa capiva, io da qual cosina in un mese dovrei passare a qualcosa di più, giusto? Così, eccomi in D. In una classe piena zeppa di Coreani che capiscono tutto, anche se leggono malaccio, in cui quando tutti ridono e noi non capiamo come mai, in cui tutti danno l’impressione di guardarci come chiedendosi: ma se queste non capiscono un’acca, non potevano scegliersi un corso più facile? E invece no, perché per non essere indotta in tentazione di cambiare, ho pasticciato i libri del D già il primo giorno, così dopo non avrei più potuto cambiare.

***

I corsi sono strutturati in 4 materie: jingdu (una sorta di grammatica), tingshuo (ascolto), yuedu (lettura) e xiezuo (composizione). Non siamo molto soddisfatte, perché in lettura legge il professore (e allora cosa serve???), e in composizione dobbiamo scrivere delle stronzate immani, sempre uguali, come i pensierini delle elementari, avete presente? Descrivi la famiglia, l’amicizia, il tuo gatto, e così via. Anzi, peggio! Perché se cerchi di dire qualcosa di nuovo, il professore non è contento, devi per forza ripetere come una cretina le stesse frasette stupide in ogni esercizio. Bah!
Invece le professoresse di grammatica e ascolto sono molto valide, a mio parere. La prima parla troppo veloce, però è dolcissima, la seconda sembra molto simpatica, anche se non capisco nulla di quel che dice. Anzi oggi, dopo gli scorsi pomeriggi passati a studiare cercando di metterci al passo dopo la prima settimana in cui abbiamo seguito un po’ di qua e un po’ di là, ho capito qual cosina di più. Meno male!!! Ho anche conosciuto due compagni, entrambi coreani: una ragazza, e un tipo strambo che passa la lezione in piedi, non si fa mai i cazzi suoi, interviene sempre, fa il capoclasse, insomma, tanto che ieri Ale mi ha detto che secondo lei lui è una specie di controllore che bada che noi facciamo i compiti. Ahahahahah!!! Invece no, è solo strano.

Mercoledì 4, giovedì 5, venerdì 6 marzo, 5°, 6° e 7° giorno

Le giornate sono sempre piene di cose da fare, dalla visita all’ospedale, alla spesa, le lavatrici, l’agenzia, e ovviamente i corsi. Non riuscivamo a capire dove fare le tessere per la mensa, perché ci fornivano le indicazioni sbagliate, poi un giorno abbiamo chiesto a due ragazze cinesi, e loro gentilissime ci hanno accompagnate, così adesso pranziamo sempre qui. Non è male, almeno si può scegliere tra tante cose diverse!! Ho cercato di fotografare alcuni piatti, ma spesso lascio a casa la macchina foto la mattina, perché mi dimentico che mi serve per il pranzo. La ragazza cinese si chiama Jenny, e studia inglese. Ci ha lasciato il suo numero, nel caso avessimo bisogno. Che carina!
Abbiamo contattato l’agenzia, e il giorno dopo John ci ha portate a vedere già tre appartamenti, uno più bello dell’altro, per le nostre aspettative. Il primo era al primo piano, ben tenuto, vicinissimo all’università. Note negative: la cucina terribile, e due camere troppo disuguali, una sontuosa con armadione e tavolo, l’altra solo col lettino. Il bagno senza piatto, ma con la tenda. Il secondo era ai piani alti, ancora abitato quindi più pulito, cucina migliore, camerette uguali e carinissime. Nota negativa: piani e piani di scale da fare coi valigioni, e bagno con la doccia praticamente sopra il gabinetto e la lavatrice, ovviamente senza piatto.
Il terzo ci ha rapite, letteralmente: al secondo piano in un quartiere nuovo, in una via davanti all’entrata principale dell’università (quella dove ci aveva portate il taxi all’arrivo), una via che porta al mare, Haiyou lü. La casa ha una bella entrata, una cucinotta ben tenuta (la migliore di tutte), poi un salone grande grande, molto cinese, coi vasi e le panche, due camere più o meno uguali, coi lettoni grandi, due armadi e due scrivanie, e u bagnetto con finestra!! La doccia non solo ha il piatto, ma è persino idromassaggio!! E la lavatrice! Il tutto per 2500 yuan al mese, che sono circa 300 euro, da dividere in due. Sembrava un sogno!!! E’ bella, luminosissima, spaziosa, perfetta per le nostre esigenze. Da un lato della casa si vede il mare!! (e Ale, conoscendo il mio amore per il mare, mi ha lasciato la camera da quel lato lì!!! Ehhh… che amica!!), e le porte dell’entrata sono alla giapponese!!!! Andata, e quanto eravamo felici!!! Il padrone, che Ale dice che sembrava un magnaccia, ci aveva pure regalato 10 giorni di affitto! Evvai!!
Siamo andate in agenzia a firmare il contratto il giorno dopo, e tutto sembrava filare liscissimo, a parte per il fatto che la proprietaria era una donna e non più l’uomo di prima. Ci ha detto che quello là era il fratello. A un tratto la fangdong, la padrona, ha iniziato a litigare coi tipi dell’agenzia, si è alzata, ha strappato il contratto già firmato, e se ne è andata!! Tra i nostri sguardi allibiti, perché ovviamente non capivamo niente. John ci ha detto che le mancava la sua dichiarazione di proprietà, e senza quella l’agenzia non poteva essere sicura che la casa fosse sua. Però qualcosa non ci quadrava. Ma cosa??
Il giorno dopo John ci ha chiamate, ma quando siamo andate la padrona non c’era. Lui ci ha portate a vedere un’altra casa, perché senza quella dichiarazione, l’altra ce la potevamo scordare. L’appartamento è all’interno del campus, all’ultimo piano (ugh!!!) dell’edificio 28. Siamo arrivate e ci hanno dato delle soprascarpe da indossare (???). Era tutto parquet!!!! C’era puzza di cavolo, e l’appartamento era abitato sicuramente. Una cucina coi piatti nel lavello, ma molto occidentale, fornitissima di tutto; un soggiorno pieno di oggetti antichi, e un pianoforte (!!!!!!), un salottino, due camere grandi, piene di roba dentro, vestiti, scarpe, etc, un bagnetto con box doccia. Al piano di sopra, mansardato, altro bagno, lavanderia, studio, sgabuzzino. Una reggia! Io ero intimidita, non ce la vedevo proprio come casa mia, più che altro perché era piena di roba d’altri! Non capivo, come poteva essere affittabile? Poi dico, cosa ci fai mettete le soprascarpe se tanto quando lo affitti non puoi controllare che gli inquilini se le mettano? Insomma, non capivo, e mi sentivo pure in soggezione. Era decisamente troppo. Ale era più convinta, forse perché assomigliava sicuramente più alla sua casa che alla mia, e ovviamente se ce lo avessero affittato a 2500 non avremmo potuto rifiutare. Invece volevano 3000, e meno male, perché io non sarei stata contenta. Poi, dentro l’università! Trooooppo vicino!! L’altra casa rimaneva nei nostri cuori.
Ma le sorprese non erano ancora finite… Il giorno dopo, tornate al dormitorio, ci ferma la tizia e ci consegna un biglietto in cinese, con un numero di telefono. Non capivamo bene i caratteri quindi non riuscivamo a tradurlo, leggevamo solo le parole ‘2500 yuan’,’ non ricevuto’, e ‘ingannare’. “E’ la padrona!!!” ha detto Ale. Ma io avevo paura a sperare. Ha chiamato, e le ha risposto un tizio, mezzo in cinese e mezzo in francese. Ci siamo incontrati nel pomeriggio, ed era un ragazzo. Ci ha spiegato che la padrona volevo contattarci per dirci che aveva cambiato agenzia, e se eravamo ancora interessate alla sua casa. La casa bella, quella nostra!!! Ci ha detto che l’altra agenzia non voleva darle i soldi che le spettavano fino a che non avesse trovato sta ricevuta (qui funziona così: gli inquilini pagano in anticipo i mesi di affitto, più un altro mese di deposito al padrone come caparra assicurativa che viene restituita alla fine se è tutto a posto, più un altro mese all’agenzia per il servizio), così si era rivolta ad un’altra. Ci siamo incontrati tutti nella casa, e stavolta si sono presentate 4 donne, una era la tizia dell’agenzia, le altre mai viste prima. Altre sorelle, ci han detto. Ma non avevano nessun fratello! Boh?? Abbiamo firmato un nuovo contratto, ci siamo accordate e… ci han lasciato una chiave!!!! Evvivaaaaaaaaaa!!! Non riuscivano a crederci, ci siam messe a saltellare per la strada e per la casa!!! E abbiamo festeggiato mangiando a merenda una patata dolce cotta sulla braci!! Mammaaaaaaa che buoneeeeeeeeeee!!! Primo sgarro alla dieta… Ma ne avevano ben motivo!!!
Venerdì sera siamo uscite, siamo andate in un locale francese chiamato Lebang, con Stefania e altri suoi amici. Ma… siamo in Cina??? Era pieno zeppo di occidentali!!! Di ogni nazione, ma quasi tutti occidentali!!! Un casino allucinante, non si riusciva a respirare… Poi in Cina non c’è manco la legge contro il fumo nei locali, quindi potete immaginare! Non eravamo molto a nostro agio in realtà, perché sembravano tutti conoscersi già da tempo mentre noi non conoscevamo nessuno. Speriamo di farci una compagnia tutta nostra!

Sabato 7 marzo, 8° giorno

Oggi siamo andate a Taidong, con Stefania, Jenny e un’altra sua amica studentessa, Vivian. Taidong è una zona a tre quarti d’ora di pullman dall’università, piena di negozietti in cui si può contrattare, e poi c’è la buxingjie, ovvero la via della passeggiata diciamo, che in realtà è una specie di mercato. Abbiamo fatto qualche acquisto, tra cui due set di lenzuola per i letti nuovi a 50 yuan (poco più di 5 euro), due cappotti, e due maglioni lunghi. Jenny e Vivian sono state stupende, non so come abbiano fatto a non stufarsi a stare lì mentre noi sceglievamo la roba, e in più ci hanno aiutate moltissimo!! Poi abbiamo pure fatto qualche foto insieme, adesso ce la devono passare. Due tizie di un negozio ridacchiavano guardandomi i capelli, e mi han chiesto se sono naturali, manco non avessero mai visto un’occidentale passare di lì!!

Domenica 8 marzo, 9°giorno

Giornata a pulire la casa nuova! Abbiamo scoperto che non è tutto oro quello che luccica, però… Tutto ciò che è cinese sembra meraviglioso alla prima occhiata, poi ti avvicini e vedi che in realtà non funziona bene, o nasconde qualcosa. Insomma… Ci siamo fatte un mazzo tanto, ma abbiamo finito le due camere. Appena faremo la cucina e il bagno ci trasferiremo, il soggiorno lo possiamo fare anche una volta lì. Peccato che il termosifone della mia camera non funzioni, così son stata al freddo tutto il tempo… E infatti adesso sono tappata come non mai! In più un coso dell’acqua perde in continuazione, quindi dovremo dire alla padrona che ci sistemi le cose.
Tornate in stanza non avevamo l’acqua calda!!! Ma che cavolo!!! Ma la sera dovevamo uscire, quindi doccia fredda… Ahiahiahi!
La sera c’era il buffet gratuito al Cassani, in onore della festa delle donne! Abbiamo mangiato italiano, molto bene devo dire!!! Un cinese mi ha chiesto il permesso di fotografarmi insieme ad un altro ragazzo biondo, che ho poi scoperto essere dell’Arizona. Qui tutti sono convinti che siamo russe, chissà perché. Serata piacevole, comunque! Stavolta abbiamo invitato noi Jenny e Vivian, per ricambiarle, ma Vivian non poteva e quindi è venuta un’altra ragazza ancora, Alyce (credo si scriva così, comunque si pronuncia Àlis).
E’ finita la prima settimana!


Lunedì 9 marzo, 10° giorno

Riprese le lezioni, pomeriggi a fare i compiti e varie commissioni.


Martedì 10 marzo, 11° giorno

Oggi spesa e una brutta sorpresa… Non riusciamo a prelevare. Se non preleviamo tutti i giorni non riusciremo ad avere la somma sufficiente per pagare la casa giovedì. Brutta storia.


Mercoledì 11 marzo, 12° giorno

Ale non riesce ancora a prelevare… Io ce l’ho fatta, ma 1000 yuan per volta anziché 2000, così come una stupida ho pagato 10 euro di commissione!! Accidenti!! Abbiamo sfogato la rabbia e la tristezza mangiando porcate, esattamente come ieri. Io sto pagando le conseguenze del freddo nella casa nuova con raffreddore e mal di gola, Ale ha problemi intestinali.


Giovedì 12 marzo, 13° giorno

Ale non riesce a prelevare perché ha superato il tetto massimo mensile, io boh. Oggi non possiamo pagare la casa, quindi faremo tutto sabato, sperando che io possa prelevare e anticipare i soldi per tutte e due. Quando finiranno tutte queste beghe???
Oggi piove…


Ecco qui!! Otto pagine di resoconto di questi primi giorni… Non mi aspetto certo che qualcuno lo legga, ma l’ho scritto per me, perché voglio avere un ricordo di questa esperienza, e già così un sacco di impressioni, di piccole avventure, non sono state scritte, perché non me le ricordo. Da oggi in poi voglio scrivere tutti i giorni, poi copierò sulla pennina e cercherò di pubblicare i post dai computer dell’università, finché non avrò la connessione in casa.
Qui va bene, anche se abbiamo sempre un nuovo problema imprevisto e stiam spendendo molto più del previsto, ma dobbiamo anticipare molte cose, quindi si spera che dopo questo mese di spese folli, i restanti cinque guardino all’economia e si viva di rendita!!
Vorrei scrivere le mie opinioni sui cinesi, mettere qualche foto, ma credo di esagerare in un unico post e non sono sicura che i computer qui sotto siamo in grado di caricare una foto senza impallarsi, quindi dovrete avere ancora un pochino di pazienza, care amiche… Io una sbirciatina alle foto dei vostri piatti riesco a darla, ma non riesco a fare di più per ora. Non ho nemmeno riletto questo po' po' di roba ma mi serve per ricordare meglio, chi legge non ci faccia caso please!!!
Un forte abbraccio a tutte dalla vostra Gaijina!!!
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